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Il voto che non tornò
Prima parte
Il paesino di Montefreddo era così piccolo che tutti conoscevano tutti. Si trovava tra montagne coperte di boschi, e per gran parte dell’anno una nebbia fitta lo avvolgeva come una coperta grigia.
C’erano poche case di pietra, un bar, una chiesetta, e la vecchia scuola elementare che ormai serviva solo come seggio elettorale quando c’erano le votazioni.
Quella mattina d’autunno, la nebbia era ancora più fitta del solito. Le finestre appannate lasciavano intravedere luci calde e sfocate, e i pochi passanti sembravano fantasmi che si muovevano piano, avvolti nei loro cappotti.
Il signor Giacomo, l’uomo più anziano del paese, camminava lentamente lungo la strada principale, aiutandosi con il suo bastone di legno. Ogni passo faceva un piccolo toc sul selciato umido.
«Buongiorno, Giacomo!» lo salutò Enrico, il postino, sfrecciandogli accanto con la sua bicicletta rossa.
«Buongiorno a te, Enrico! Hai già votato?» chiese Giacomo, con la voce un po’ roca.
«Certo! È un dovere!» rispose il ragazzo, e sparì nella nebbia.
Giacomo proseguì fino alla scuola. La porta era vecchia e cigolante, e si aprì con un suono che sembrò un lamento. Dentro, la luce era fioca: una sola lampadina appesa al soffitto illuminava a malapena la stanza.
Dietro il tavolo del seggio c’erano Lucia e Marco, due volontari del paese.
«Buongiorno, signor Giacomo,» disse Lucia con un sorriso gentile. «Mi fa vedere il documento, per favore?»
L’uomo annuì, glielo porse e poi si avvicinò alla cabina elettorale, nascosta dietro una tenda rossa un po’ consumata.
Lucia osservò Marco e sussurrò: «Oggi la nebbia è davvero strana… sembra quasi viva, non ti pare?»
Marco rise piano. «Lucia, sei troppo impressionabile. È solo nebbia!»
Passarono però diversi minuti, e Giacomo non usciva più.
Lucia si morse il labbro, preoccupata. «Marco, vai a vedere se sta bene. Non ci mette mai così tanto.»
Marco si alzò, si avvicinò alla cabina e chiamò: «Signor Giacomo? Tutto bene?»
Silenzio.
Allora spostò piano la tenda… e rimase immobile.
«Lucia… non c’è nessuno.»
Lucia si precipitò accanto a lui. Dentro la cabina non c’era traccia di Giacomo. La scheda elettorale era ancora lì, il pavimento asciutto, eppure l’uomo sembrava svanito nel nulla.
Nel giro di pochi minuti la notizia si diffuse in tutto il paese.
«È sparito! Giacomo è sparito!» gridò Maria, la vicina, correndo verso la piazza.
Gli abitanti uscirono dalle case, confusi e impauriti.
«Ma com’è possibile? È entrato nella cabina davanti a tutti!»
«Forse è uscito da un’altra porta!»
«Ma non ci sono altre porte!»
La nebbia intanto si faceva più densa, tanto che non si vedeva più nemmeno il campanile.
E mentre la gente si guardava intorno, spaventata, qualcuno giurò di aver visto una sagoma muoversi tra la nebbia, proprio dietro la scuola.
Ma quando corsero a controllare… non c’era più nessuno.